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Aspetti evolutivi del riassetto del sistema bancario italiano
di Bruno Iaccarino
Le varie cause che hanno portato a dover ristrutturare il nostro sistema bancario derivano, da variazioni dello scenario macroeconomico internazionale e dalla necessità di adeguare il sistema bancario italiano alle regole ed alla produttività delle banche europee ed internazionali.
Negli ultimi anni con la libera circolazione dei capitali e la moneta unica nelle singole aree economiche come l’Unione Europea è nata una accelerazione della concorrenza diretta tra i componenti dei singoli sistemi economici di ciascuno dei paesi membri, questo porta alla necessità di continui miglioramenti e a volte a forti ristrutturazioni.
Per preparare l’Italia alla competizione internazionale, negli anni ’90 si rivide la vecchia legge bancaria, superando il sistema pubblico-privato e la tipicità dell’organizzazione del sistema bancario italiano della raccolta ed erogazione a breve separato dalla raccolta ed impieghi di medio termine. Tuttavia nella classificazione per capitalizzazione di mercato al 30 giugno 2001, non c’è neanche una banca italiana e sola una dell’UE, anche in ambito europeo le banche italiane più importanti si trovano negli ultimi posti.
Gli interventi legislativi innovativi sono stati, il TUB del 1993 (Testo Unico Bancario) e il TUF del 1998 (Testo Unico Finanziario), mentre dopo il 1996 per rientrare nei parametri di Mastrcht l’Italia ha dovuto ridurre il debito pubblico deviando i risparmi delle famiglie su altri investimenti, per lo più gestiti dalle banche.
Tutto ciò ha consentito un cambiamento radicale, all’interno delle banche italiane attualmente sta avvenendo che per le strategie riguardanti il Retail, il Mercato Imprese e gli investimenti tutte le banche si orientano verso il modello divisionale per le altre attività invece, si controllano gli sviluppi ed i rendimenti con società controllate direttamente dalla Capogruppo. Il modello prevalente di scelta è quello delle specializzazioni, vi sono stati poi nel biennio 2001 e 2002 massicci investimenti nella rete, si arriva nel 2002 alla presenza sul Web di 500 aziende bancarie.
Per quanto riguarda il personale, che è il vero valore delle banche, oggi le cose sono cambiate, un buon manager oltre alle competenze tradizionali deve acquisirne altre, ad esempio è per lui fondamentale saper leggere il bilancio aziendale. Nella gestione del personale dagli anni ’60 ad oggi si è passati dal modello Tayloristico a quello etero-diretto nel ventennio ’70-80, all’attuale teoria secondo la quale i risultati di tutte le parti che costituiscono l’impresa, debbono essere maggiori dei costi dei capitali.
Un altro aspetto da calcolare è la moderna gestione del rischio, in special modo perché dal 1° gennaio 2006 entreranno in vigore gli accordi di Basilea 2. Sta per nascere un unico mercato mobiliare europeo con una vera libera concorrenza, banche grandi e piccole dovranno rispettare le regole allo stesso modo, perciò diventeranno importanti, quanto la stessa dotazione patrimoniale, gli strumenti di controllo del rischio ai quali verrà affidata la stabilità bancaria.


Sintesi a cura della redazione
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