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La "Questione" armena ieri e oggi
di Maria Ferrone


Il genocidio degli Armeni è stato la prima pulizia etnica compiuta nel Novecento, ma a tutt’oggi è quella meno conosciuta e ricordata. Le autorità turche continuano a definire «deportazione di massa a scopo difensivo» il massacro di circa due milioni di Armeni, realizzato dal governo dittatoriale dei Giovani Turchi dal ’15 al ’18 e proseguito fino al 1922. Di fronte al perdurante negazionismo turco, l’unico contributo che si possa offrire agli Armeni sta nel rivisitarne l’Olocausto, a partire dalla loro complessa questione. Le origini della “questione armena” risalgono alla fine del XVI secolo, quando la grande e la piccola Armenia diventano province dell’Impero ottomano. Le difficoltà per gli Armeni cominciano con la legge coranica che li obbliga a sottostare a pesanti discriminazioni; ad alimentare la “questione armena” e a svilupparla concorrerà, a partire dal XVII secolo, anche l’ingerenza politica delle potenze europee. Infatti le “eleganti promesse” di solidarietà e aiuto da parte degli Stati europei non saranno di fatto mantenute. Il conflitto con le autorità turche si internazionalizza nell’età dell’Imperialismo, col Trattato di Berlino e con lo sviluppo di un movimento politico rivoluzionario. Il sultano Abdul Hamid, convinto che gli Armeni vogliano costituire uno stato nello stato, attua un violento massacro (300.000 Armeni uccisi) alla fine del XIX secolo. La prima guerra mondiale, che giustifica la presa di misure eccezionali, offre all’ Ittihad (Comitato turco Unione e Progresso) la possibilità di risolvere con la pulizia etnica la secolare questione. Nel 1923 si registra la totale assenza in Anatolia di elementi armeni e la loro Nazione è definitivamente cancellata dai protocolli del Trattato di Losanna del 1923. Contro l’oblio della “questione armena” e il negazionismo turco, agli Armeni resta per il momento soltanto il riconoscimento del genocidio dei propri connazionali da parte dell’ONU, del Parlamento europeo, del Vaticano e di altri pochi Stati, tra cui l’Italia.
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