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Berio-D’Amico: Nemici come prima
di Giovanni Carosotti
Due personaggi che si trovano su posizioni nettamente divergenti diventano amici, Luciano Berio e Fedele d’Amico. Questo è quanto emerge dalla corrispondenza tra i due, i quali mostrano una disponibilità al confronto che fa crescere entrambi, rivelatisi condivisori di una comune sensibilità, ciò li porta a comprendere in anticipo le principali questioni musicali, ma anche la problematica estetica di quegli anni.
Tutto inizia nel dicembre 1957, quando d’Amico come critico musicale della rivista «Il Contemporaneo» offre per commemorare l’anniversario della morte di Maurice Ravel a quattro compositori con posizioni dissimili la possibilità di valutare l’eredità musicale da lui lasciata.
Berio, uno dei quattro, rifiuta le espressioni di «tendenza» e di «militanza», perciò le motivazioni di d’Amico suscitano la sua contrarietà espressa con una lettera, alla quale quest’ultimo replica e a sua volta riceve una risposta che include anche un’offesa personale. Segue un’altra lettera del d’Amico, risentito dell’accusa di superficialità, in cui precisa la propria valutazione in merito al serialismo e alla ricerca musicale contemporanea del secondo dopoguerra, facendo così ricredere il suo interlocutore e segnando l’inizio della loro amicizia.
Un’amicizia proficua che porta d’Amico a superare i limiti storici che la sua posizione presentava sulla ricerca contemporanea, riuscendo ad attribuire un diverso significato (positivo) al termine da lui molto usato «ambiguità». Berio da parte sua, viene colpito da certe affermazioni di d’Amico, come quella sull’uso arbitrario che della tecnica concepita da Schoenberg è stato fatto dalla generazione di Darmstadt. È in entrambi forte ogni rifiuto di una interpretazione positivistica del fenomeno musicale.
L’aspetto più rilevante della discussione dei due, riguarda la riflessione sul linguaggio nelle poetiche d’avanguardia, essi si accorgeranno che la musica seriale esisteva come indirizzo poetico, come strumento analitico, come stato d’animo.


Sintesi a cura della redazione
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