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Il ruolo e l'attività dei professori clinici emeriti o in pensione1
di Natale Gaspare De Santo
Introduzione

In Europa i professori universitari devono andare in pensione ad età stabilita per legge indipendentemente dai loro desideri e dalle loro capacità intellettuali. Negli Stati uniti, l’età di per sé, non può dal punto di vista legale essere una ragione per imporre il pensionamento. Alcuni professori, quando vanno in pensione vengono nominati professori emeriti, un ruolo che in alcuni casi è solo onorifico, ma di solito consente di continuare la ricerca e l’insegnamento. Comunque la nomina a professore emerito non è garantita a tutti, cioè non è un diritto. Dal momento che non sono disponibili in letteratura studi inerenti le politiche accademiche che regolano la nomina a professori emeriti e sulla loro produttività accademica è stato progettato questo studio con lo scopo di coprire questo gap. Lo studio è stato effettuato su campioni di professori di tutte le facoltà, incluse quelle umanistiche, mediche, biologiche, tecniche e di base. Vengono qui riferiti i dati inerenti i professori clinici.


Metodi

È stato effettuato uno studio internazionale sui professori emeriti o in pensione di 99 dipartimenti di medicina appartenenti a novantanove università, in 20 paesi ad alta, media e bassa economia (Algeria, Australia, Brasile, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Italia, Malta, Libia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svizzera, Olanda, Tunisia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.
Sono stati usati dei questionari appositi sviluppati espressamente per questo scopo e sono stati inviati a 63 professori ancora in attività e a 64 professori emeriti o pensionati. La risposta al questionario è stata ottenuta nell’89.1% dei casi. Il questionario poneva domande: 1. Sui benefits (laboratori, uffici, telefono, biblioteche, email) connessi con la condizione di emerito; 2. La possibilità di chiedere finanziamenti pubblici e privati; 3. Partecipazione all’insegnamento (attività tutoriale, seminari, insegnamento nei master e nei dottorati, e frontale) nel corso di laurea in medicina; 4. La possibilità di essere delegati del direttore di dipartimento e del rettore, o del preside di facoltà


Risultati

La Tabella dimostra che nel campione studiato, 88,9% delle università nominava professori emeriti e che l’83,% di esse avevano nei loro statuti regole per la nomina.
I professori emeriti o pensionati potevano richiedere finanziamenti o accettare donazioni nel 42,4% delle università; nel 57.6% essi mantenevano lo studio e nel 41,4% il laboratorio con telefono, fax, email. Nel 35,4% delle università i professori emeriti partecipavano alle riunioni del dipartimento, ma il diritto di voto era garantito in un piccolo numero di esse.
Nel 30% delle università l’insegnamento era garantito a tutti i livelli (frontale, tutoriale, seminariale, corsi di dottorato e master). In Germania tutti i professori in pensione possono fare lezione su argomenti di loro scelta. Il 41,2% dei professori emeriti o in pensione continuavano a fare ricerca e avevano pubblicato almeno un lavoro impattato o un libro negli ultimi 12 mesi. Molti ne avevano prodotto più di 7 e pochissimi più di dieci.


Discussione

Si può dire che dall’80 al 90% di tutti gli scienziati rilevati vivono ancora. Alternativamente ogni ricercatore alla fine della carriera che si guardi indietro si renderà conto che l’80 o 90% di tutti gli avanzamenti nel suo settore di lavoro si sono verificati nel corso della sua carriera. Questa asserzione appartiene a Derek de Solla Price che la immortalò nel famoso libro del 1963 intitolato Little Sciece, Big Science (Columbia, University Press).
Questo forte messaggio significa – secondo un commento di Terence Kealy in Nature (2000) – che «ogni professore pensionato è un testimone, uno storico vivente e in cammino di tutta la scienza che è stata prodotta nella sua disciplina». Noi anche sappiamo che come testimoniato da Bloom e Randolph nel 1990 (National Academy Press, 1990), che «ad un professore di medicina si richiede di essere buon medico, buon maestro e buon ricercatore». Comunque molti professori hanno solo una di queste capacità, un gruppo minore ne ha due.
Negli Stati uniti i professori non vanno in pensione per l’età, ma per scarsa produttività scientifica e/o per cattiva salute. Gli emeriti possono continuare a fare ricerca a tutti i livelli. Per esempio all’Università della Virginia, quelli avanzati al ruolo di Professore Emerito possono continuare ad essere membri attivi della comunità accademica, in relazione alle necessità delle scuole di appartenenza e degli interessi dei colleghi di dipartimento. Essi possono continuare a lavorare part-time of come professori non pagati. A rafforzare questo ruolo essi: 1. Possono continuare ad essere membri del dipartimento e vengono registrati come tali nel registro del personale; 2. Essi possono partecipare alle sedute dell’università e dei dipartimenti senza diritto al voto; 3. Il loro nome è mantenuto in tutti gli indirizzari, hanno accesso alla posta elettronica, all’ingresso nelle biblioteche, a prestiti interlibrari, con il permesso del preside possono essere ricercatori principali nelle richieste di finanziamento; 4. Essi devono chiedere il permesso al preside e al direttore del dipartimento a continuare la supervisione dei dottorandi, o l’insegnamento part-time; 5. Possono accedere a finanziamenti dell’università specifici per il loro ruolo; 6. Possono partecipare alle cerimonie ed avere un posto d’onore nelle sfilate accademiche.
Alla Carnegie Mellon University i professori emeriti (e le emerite) possono continuare ad essere membri di università, facoltà e dipartimenti, partecipano alle riunioni del dipartimento senza diritto al voto, viene garantito loro uno studio ragionevole (un vero e proprio ufficio però) se ne hanno bisogno, possono essere ricercatori principali di progetti di ricerca, supervisionano i dottorandi, hanno accesso alla email, alle biblioteche ai prestiti interlibrari e beneficiano dei programmi di finanziamento.
Alla Università di Yale il Centro Henry Corner assiste per la collocazione nell’insegnamento, nella continuazione della ricerca, e nei finanziamenti, per quelli che ne hanno interesse, e ricevono assistenza per tutti i loro problemi col computer.
Alla Cornell di New York gli emeriti mantengono il badge di facoltà con su scritta la loro funzione, hanno accesso alle biblioteche, alla posta, al parcheggio, all’assistenza del computer, alle palestre, sono inseriti nelle directory telefoniche. Gli emeriti possono arruolare studenti senza far pagare, in dipendenza delle disponibilità di spazio. Hanno inoltre assistenza legale per i problemi connessi con queste attività autorizzate, possono essere ricercatori principali di progetti di ricerca e votano nei consigli di facoltà, e possono essere eletti o cooptati nei comitati dell’università.
In Francia il titolo è dato per periodi di tempo limitati (da 1 a 5 anni) ed è rinnovabile in base alla produttività. I professori emeriti possono dirigere seminari, tesi, commissioni di tesi, partecipare ad attività di ricerca. Tutto dipende dalle capacità di lavoro dell’emerito.
A Londra nel Regno Unito, alla Università Sobral del Brasile, nelle università di Iasi e Costanza in Romania, all’università di Milano, Malta e Bari, essere emerito è un titolo onorario. A Malta agli emeriti viene assegnato un posto specifico nelle cerimonie e nelle sfilate.
Alla Seconda università di Napoli il prerequisito per essere emerito è l’eccellenza. Lo statuto dice che il titolo è assegnato a quei professori che hanno dato lustro alla loro università attraverso la ricerca misurata da indici bibliometrici, come l’impact factor globale o un H indice maggiore della media del loro settore. Inoltre agli emeriti si richiede almeno una di queste qualifiche, presidenza di una società nazionale o internazionale, la partecipazione a comitati editoriali di giornali, o essere stati rettori, presidi o membri del senato accademico e del consiglio di amministrazione. Essi possono insegnare senza remunerazione. Possono studiare e fare ricerca usando lo spazio e le apparecchiature indicate dal direttore del dipartimento che decide in base ai bisogni di coloro che lavorano attivamente nel dipartimento. L’attività scientifica è fatta per almeno 3 anni e con fondi personali dell’emerito. Il dipartimento li assicura per i danni e le lesioni connesse con l’attività, essi mantengono ufficio, laboratorio, telefono, fax ed email2.
Come ha scritto Guimerà in Science «i gruppi di ricerca formati da persone giovani producono innovazione, quelli formati da persone giovani e vecchie producono idee epocali. I team dovrebbero essere guidati dai giovani perché i vecchi hanno tendenza ad arruolare anziani. Molte università non nominano emeriti, neanche quelli capaci di continuare a lavorare. Li considerano nature morte»3.
Luc Montagne, premio Nobel per la medicina nel 2008, fu costretto a ritirarsi nel pieno del vigore e costretto ad andare e venire dall’America dove è stato nominato professore. Egli ha sottolineato il fatto che mentre molti avanzamenti in fisica e matematica avvengono negli anni inziali dell’attività di ricerca, in biologia e medicina questi sono ottenuti da quelli che hanno età avanzata ed esperienza4.
In Germania il titolo è stato cancellato nel 1976 però i professori in pensione hanno diritto a fare ricerca e ad insegnare e a fare parte delle commissioni di esame. Ma tutto questo dipende dal loro successore nella cattedra e questo non avviene frequentemente. In Germania l’età del pensionamento è stata aumentata di 2-3 anni e in molte università e in diverse istituzioni ci sono programmi di “emeriti eccellenti” per preservare il capitale umano dell’età, in una società che per età è la terza nel mondo5.
«L’idea che essere vecchi significa che tu non hai nulla da dare è il prodotto orribile della nostra cultura» ha detto Linne Segal nel suo recente e stimolante libro (Fuori tempo: piaceri e pericoli dell’invecchiamento). «In verità noi abbiamo cose da dire ai giovani. I giovani hanno cose da dire a noi. Il fatto che la nostra società tenda a chiuderci in un recinto è una grande perdita». Il capitale umano dell’età che potremmo definire quella della saggezza non dovrebbe essere perduto ma utilizzato massimamente perché non costa nulla. La perdita per la crescita della società sarà maggiore nei paesi con difficoltà economiche6. Come dice il Nobel Feynman gli emeriti che lavorano con successo e continuano a fare ricerca, potrebbero essere identificati come coloro che «continuamente cercano l’emozione della scoperta»7. Avendo questo in mente uno può capire che Peter L. Berger8, professore emerito di sociologia all’università di Boston, uno che continua a scrivere libri significativi, ha dichiarato di sentirsi orgoglioso della sua nomina a «ricercatore anziano associato perché questo ambiguo titolo gli dà la possibilità di coordinare una serie di progetti speciali». Inoltre la ricerca degli emeriti non è quella che Nuccio Ordine9 ha definito in un libro di successo (L’Utilità dell’Inutile).


Conclusioni

Questa ricerca indica che i professori che vanno in pensione, vengano o meno nominati emeriti, che è condizione necessaria per essere chiamati professori, continuano a produrre molto. Il Capitale Umano dell’Età non dovrebbe essere svilito e disperso, ma valorizzato ed utilizzato massimamente anche perché non costa nulla. La perdita per la crescita della ricerca è ovviamente maggiore nei paesi con stato economico meno florido. Gli emeriti che lavorano con successo sono una grande ricchezza. Essi non tolgono posto ai giovani, e dovrebbero lavorare in gruppi di ricerca diretti da giovani. Nel nostro Paese, in cui viene rimpiazzato solo uno ogni cinque professori che vanno in pensione, il rinunciare alla ricerca dei professori emeriti è frutto di una visione miope, che non è supportata dalla fortunata circostanza che il Presidente del Consiglio del nostro Paese sia finalmente molto giovane come lo furono tanti ministri del dopoguerra. L’età non è responsabile del numero degli idioti e di quelli senza entusiasmo, categorie che in verità appartengono a tutte le età.


Referenze

Natale Gaspare De Santo, Paolo Altucci, Dipartimento di Medicina, Seconda Università di Napoli, Italia; August Heidland Dipartimento di Medicina Interna Università di Wuerzburg, Germania, Günter Stein Dipartimento di Medicina Interna, Università di Jena, Germania; J. Stewart Cameron Dipartiment di Medicina, Guy’s Campus, Kings College, London, UK; Boleslaw Rutkowski, Dipartimento di Medicina Interna, Nefrologia e Trapianti, Università di Danzica, Polonia.
Natale Gaspare De Santo, Paolo Altucci, J. Stewart Cameron e Günter Stein sono professori emeriti. August Heidland è professore in pensione. Boleslaw Rutkowski è professore dell’Università di Danzica e dirige il Dipartimento di Medicina Interna, Nefrologia e Trapianti.



Table – Emeritus/retired professors policy in 99 universities of 20 countries.

Tabella – Professori pensionati ed emeriti in 99 università di 20 paesi con alta, media e bassa economia



















Professori Attivi Pensione Emeriti Total, no:%
Partecipanti4463107
Università 366399100
Università nominanti emeriti3652 88/99 88.9
Università con regole per nominare emeriti3548 83/99 83.8
Benefits
Possibilità di richiedere finanziamenti e donatzoni 14 28 42/99 42.4
Ufficio 19 38 57/99 57.6
Laboratorio, telefono, E-mail/ letteratura gratis 13 30 41/99 41.4
Parking 7 7/99 7.1
Partecipazione all’assemblea di dipartimento, rappresentatività del rettore, del preside, del direttore di dipartimento 8 27 35/99 35.4
Insegnamento
Corsi regolari* 6 26 32/99* 32.3
Attività tutoriale per gli studenti 8 15 23/99 23.2
Seminari 7 19 26/99 26.3
Corsi di PhD/Master 6 26 32/99 32.3
Produttività
Almeno 1 lavoro impattato/1 libro per anno**26 26/63 41.2

* In alcuni casi per invito, ** molti >2, alcuni >7, pochi >10








NOTE
1 La parte più significativa di questo articolo è stato pubblicato su Q J Med 2014; 107:405–407doi:10.1093/qjmed/hcu026 Advance Access Publication 3 February 2014 e riprodotto con il permesso scritto dell’Editore Capo di Q.J.M. e della Oxford University Press.^
2 Seconda Università di Napoli. Statuto. Napoli 2013.^
3 R. Guimerà, B. Uzzi, J. Spiro, L. Amaral. Team assembly mechanisms determine collaboration network structure and team performance. Science 2005; 308:697–702.^
4 L. Montagnier, D. Vialard, Les combats de la vie, Paris, J.C. Lattes, 2008.^
5 B. Ufermann. Handbuch-Emeritierung und Pensionierung. 3. Auflage. Bonn, Deutschland: Deutscher Hochschulverband, 2012.^
6 L. Segal. Out of Time: The Pleasures and the Perils of Ageing, Verso, London, UK, 2013.^
7 R.P. Feynman, R. Leighton, Surely You’re Joking Mr. Feynman, New York, W.W. Norton & Company, 1985.^
8 P.L. Berger, Adventures of an Accidental Sociologist. How toExplain the World without Becoming a Bore. Amherst, NY, Prometheus Books, 2011.^
9 N. Ordine, L’utilité de l’inutile [Abraham Flexner, De l’utilité du savoir inutile], Paris, Les Belles Lettres, 2013.^
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